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Pietro Francesco Batterista Futurista


PFBF: più di una favola...

Pietro Francesco Batterista Futurista è un libro per bambini, ma allo stesso tempo vuole essere un tributo a Fortunato Depero e ai Futuristi, artisti che, all’inizio del secolo scorso, con la loro energia e prepotenza, hanno aperto il mondo dell’arte alla vita e viceversa, costituendo la prima avanguardia artistica che proponeva un mondo nuovo per l’uomo nuovo.

Il libro vorrebbe rappresentare un’occasione per presentare questi importantissimi artisti ai più piccoli. Dalla palette di colori ai personaggi, passando per le diverse tecniche (collage, tempera, china) e la stessa rilegatura, le illustrazioni del racconto prendono spunto dalla prolifica opera di Depero, che ha abbracciato pittura, scultura, architettura pubblicitaria, industrial design, arte pubblicitaria, ecc.


PFBF, non solo un libro,
non un mero oggetto...
ma un'arma... da leggere

Si dice che gli oggetti che pesano di più abbiano una qualità di manifattura superiore.

La particolare confezione di Pietro Francesco Batterista Futurista prende spunto del famoso libro imbullonato “Depero Futurista”, di Fortunato Depero, realizzato nel 1927.

In questo caso, ai bulloni vengono aggiunti due listelli di acciaio dello spessore di 2 mm forniti dall'inossidabile azienda Metalstampi. L’insieme crea un libro-oggetto di peso considerevole, facile da maneggiare, piacevole da leggere e, perché no, da utilizzare come arma di difesa personale.


Depero e il Futurismo,
ieri, oggi... sempre!

Fortunato Depero è stato un pittore, scultore e pubblicitario italiano, tra i più importanti esponenti del Futurismo, movimento d’avanguardia degli inizi del ‘900.

Nasce nel 1892 a Fondo, in Val di Non, all'epoca nell'Impero Austro-Ungarico, e giovanissimo si trasferisce a Rovereto, in provincia di Trento. Lavora per un periodo a Torino come marmista e nel 1914 si trasferisce a Roma, dove diventa allievo di Giacomo Balla, con cui firma il manifesto di “Ricostruzione futurista dell'universo”, che inneggia ad un universo “coloratissimo e luminosissimo”. Quando l’Italia entra in guerra si arruola e combatte al fronte, ma nel 1916, ammalato, viene riformato. Si dedica allora al teatro, all'allestimento di costumi e alla scenografia. Nel 1919 ritorna a Rovereto dove fonda la Casa d'Arte Futurista, che si proponeva di applicare i motivi artistici futuristi alla vita e agli oggetti quotidiani, primo fra tutti l’arredamento. Gli anni Venti lo vedono lavorare a Milano, soprattutto nel campo della pubblicità. Si lega a ditte famose (Bianchi, Linoleum, Pathé, Strega, Schering, Verzocchi, Presbitero, Maga, Vido, Banfi, e altre), ma soprattutto alla Campari, per la quale realizza oltre cento bozzetti. Nel settembre 1928 si trasferisce a New York, dove realizza mostre di pittura, lavora a scenografie teatrali, progetta arredamenti di interni, realizza le copertine di importanti riviste quali Vogue, Vanity Fair, Sparks, The New Yorker, New Auto Atlas, Atlantica e altre. Finita la guerra rientra in Italia e, come altri futuristi, deve fare i conti con la sua adesione al fascismo. Dal 1947, per due anni, è di nuovo a New York, che però trova cambiata, ostile al futurismo che considera l'arte del fascismo. Muore a Rovereto nel 1960.


Tecniche miste

PFBF presenta un campionario di tecniche miste di realizzazione. Prendendo spunto dalla stimolante opera dell’artista trentino, matite, pennelli, china, tempere, collage e quant’altro danno vita a un’avventura unica.


La ricerca dei font futuristi

Le parole delle incisioni e la copertina di PFBF sono state composte con caratteri tipografici nati da una capillare ricerca su documenti e opere di matrice futurista dell’epoca. Il progetto tipografico, sviluppato da Design-Associati, ha prodotto un'agenda mensile perpetua e un calendario a muro oltre a prevedere la programmazione di veri font digitali per un utilizzo allargato.

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